Spesso quando i media si occupano di tematiche scientifiche, o che coinvolgono aspetti scientifici, l’impressione di chi come noi fa divulgazione scientifica è che si mettano sullo stesso piano opinioni di scienziati e di non addetti ai lavori. C’è la percezione che si debba rispettare una sorta di par-condicio per cui, se si intervista l’astronomo, si deve anche sentire la voce dell’astrologo. Come il caso di questa settimana e della trasmissione ‘Striscia la notizia’ in cui un inviato ha svolto un’inchiesta sulla cucina molecolare, accusando uno degli chef più famosi e quotati, Ferran Adrià, di utilizzare additivi chimici nocivi per la salute. Abbiamo la sensazione che ci sia una certa confusione intorno al concetto di additivo. Facciamo il punto con il nostro fisico buongustaio Davide Cassi.
visto che questo articolo è stato scritto prima della puntata del 24/04/2009, andate a vedervi il video. Evitate in futuro di scrivere solo per scrivere, grazie
Gentile Fabio, il video che lei indica dimostra che proprio Striscia ha sentito la necessità di fare una precisazione in merito a una polemica (che in Spagna si è conclusa due anni fa) affrontata forse in modo un po’ generico. Speriamo poi che non si sia fermato alle poche righe introduttive e che abbia ascoltato l’intervista al professor Cassi, che non ha né prodotti chimici da vendere, né ristoranti da difendere.
Gentile Sig. Maurizio, ho letto con attenzione sia lo scritto che ascoltato l’intervista del professor Cassi, ma riporto il problema sollevato dalla trasmissione, cioè se mangio qualcosa, voglio sapere con cosa e come è confezionato, inoltre che gli additivi menzionati sono già stati banditi in altri Paesi dove forse esiste una maggior coscienza della salute. Se una sostanza non si sà se crea problemi o meno, meglio non usarla, nel rispetto del cliente.
Sull’informazione al consumatore non possiamo che associarci a lei. Questo è fuori discussione.
Mi vergogno come fisico, che si usi la scienza per portare avanti interessi economici di una cucina di cui non se ne sente affatto il bisogno.
Io dissento da quest’ultimo post. Ritengo infatti che ben venga la cucina scientifica o altre iniziative di cui non si sente l’esigenza (per definirle come fa lei) se l’obiettivo è avvicinare i cittadini alla scienza. In Italia siamo ancora indietro in questo senso. Inoltre nel caso di questo blog non mi sembra si porti avanti l’interesse di qualcuno. Anzi mi sembra che il prof. Cassi abbia chiarito un po’ la vicenda.